Nel pieno di questa pandemia che ha colpito il mondo, il rumore di quei pochi aerei cargo che si sentono, mi ricorda che fuori da questo isolamento forzato (dove sono rimasti aperti solo i negozi di generi alimentari e le farmacie), si sta cercando di recuperare a quest’onda silenziosa arrivata, da molti definita uno tsunami nascosto che si è diffuso tra le popolazioni, minando le capacità respiratorie di tutti…


Molti sono asintomatici, molti sono guariti come se avessero avuto (più o meno) un’influenza di stagione, a molti non attacca, ma di certo a tutti sono state imposte nuove regole quotidiane, il distanziamento sociale per prevenire e abbassare le percentuali di contagi, ancora troppo elevati, non potendo prevedere come il fisico di ognuno reagirà al contatto di quest’onda ormai rotta, propagatasi come una più temibile onda notturna. Il lockdown, questa “fase 1” sta provando ad abbassare i livelli di diffusione, anche per strutture sanitarie non certo predisposte a così tanti casi contemporaneamente, per poi iniziare a preventivare date per le diverse, scaglionate aperture, future fasi di convivenza fino alla possibile “normalità” di un’immunità diffusa, vaccino o meno(?)…
E io che mi sono sempre chiesto come mi sarei comportato davanti ai segnali di uno tsunami. Da una possibile, ingannevole bassa marea che le fasi lunari possono ampliare, ad un unico fronte di schiuma, di un’onda già rotta, è sempre più facile capirlo dopo, nel rivedere alcune immagini degli tsunami passati. Ma trovarsi al posto di quelle persone distratte, nel passeggiare e osservare tra il reef, per poi essere travolte, evidenzia come le prospettive e le diverse situazioni, possono mostrare cose diverse quando non puoi naturalmente prevederlo nell’eccezionalità e nelle diversità del momento.
A quanti ragazzi viene continuamente, ancora mostrata la cartina dell’Italia in verticale quando la sua reale posizione ridefinirebbe “culturalmente” quanto sia a nord il nord, il centro e il sud anche nelle prospettive con l’Europa?
E quante prospettive cambiano nel vedere le città storiche svuotate, la maestosità di tutti i monumenti d’Italia con meno macchine e persone in giro per le strade, così da ammirarne meglio tutte le ampiezze e le bellezze di antiche architetture, vero patrimonio storico, culturale di tutti a cielo aperto?
E, se i sistemi di allarme, in molti luoghi del pianeta non riescono nemmeno ad avvisare di uno tsunami in pieno giorno, quanto della nostra cultura è malamente posizionata sui vari reef del mondo, distratta anche da un’aumentato affollamento (non solo) burocratico, economico che sistemi e politici arcaici preferiscono ancora ad una nuova modernità globale?
E quanti architetti, ingegneri, geometri con un sole da sempre lì, continuano a “sbagliare”(?) l’illuminazione nella progettazione delle abitazioni, delle strade e dei quartieri?
In Italia molti sindaci costieri non sanno nemmeno di basse pressioni, maree e mareggiate che, sommate, sanno alzare anche un “più piccolo” Mediterraneo. E che faremo con il previsto(?) innalzamento degli Oceani?

Eravamo tutti con il soccorso alpino nella notte di Rigopiano. Certo, però come fai a costruire un albergo alla fine di un canalone in montagna?
L’orrore della Grenfell Tower a Londra, dei suoi rivestimenti non ignifughi, sposta evidenti questioni nella verticalità di un’altra tragedia annunciata…
Abbiamo fatto tutti il tifo per i vigili del fuoco in California, in Australia per piogge che non accennavano ad arrivare davanti ad una devastazione ambientale senza precedenti, spesso per la stessa iniziale mano dell’uomo…
E’ lecito dubitare ora sui numeri iniziali della Cina, sulla provenienza del virus, vista la presenza di un laboratorio di ricerca(?) nella stessa città da cui sembrerebbe partito tutto?
Lo siamo ora per i medici in prima linea, ultima chiamata ad un soccorso, numericamente esiguo, nemmeno preparato e attrezzato in anticipo, come dovuto davanti alle esperienze passate, di epidemie e pandemie che tutta l’umanità ricorda…
E quanti medici/infermieri/operatori sanitari sono stati contagiati?
Tutto appare nuovo, apparentemente senza aver avuto lo stesso, pericoloso passato dove sono stati eretti allerta culturali con memorie più forti.
E i problemi ora si sommano, di certo non mancano davanti all’evidenza di una civiltà impreparata se medici, infermieri e operatori sanitari sono stati eretti a eroi…
Le ultime e più recenti notizie riportano che, dopo più di un mese di blocco anche alle frontiere, cominciano a mancare gli stagionali stranieri che venivano a raccogliere gli ortaggi; il sito del primo, specifico supporto economico ai lavoratori è andato in blocco (subito ripristinato); gli autotrasportatori nei loro lunghi percorsi non trovano i servizi essenziali e tutto sembra tornare ad un’importanza primaria per una civiltà che ha corso in avanti senza preoccuparsi troppo delle dovute salvaguardie in
un pianeta sempre più affollato, così che apparenti segnali(?), forse non sono più considerati tali…
Dal caffè caldo la mattina, fino a un bagno pulito la sera, passando per tutto quello che c’è in mezzo ad una giornata lavorativa fuori casa, tutto dovebbe tornare a dare un significato nuovo, riscoprendo l’importanza di tutti. Vivere per lavorare o lavorare per vivere?
Tutto dovrebbe tornare a dare il dovuto rispetto verso i vari, singoli lavori. Dagli orari più corti (per aumentare anche l’occupazione di tutti) a retribuzioni più degne, per l’importanza che, mai come in questo momento, in fila, questa nuova parentesi(?) reale ci permette di rallentare un vissuto, un sistema “passato” , ora migliorabile per le future necessità ed esigenze di tutti…
E c’è più liberismo in un minimo reddito garantito a tutti che nell’assistenzialismo burocratico della moltitudine di bonus e detrazioni fiscali offerti dai vari partiti politici…
E, come insegna l’esperienza dei terremoti, il tempo per ricostruire dalla macerie economiche, nella disperazione e mancanza di liquidità familiare, potrebbe richiedere, “forse”, anche più tempo…
E solo con nuove mentalità, un minimo reddito garantito a tutti puoi permetterti di “spostare” quelle persone a cui è stato imposto di rimanere lì, su quei tanti reef del “nero”, del “sottopagato”, della “povertà” del mai affrontato, perchè apparentemente coperti, ma solo da più fragili, passate architetture dei bonus, pronte a franare anche con i più semplici imprevisti quotidiani…
Perchè ora tutto è stato fermato, anche nello Sport. Le Olimpiadi di Tokyo sono state rimandate al 2021. Tutti i campionati sono stati sospesi e rimandati, come tutti gli eventi sportivi (e non) locali e internazionali.
Il WSL ha fermato tutti i suoi Campionati, il Top Tour fino a quando i Governi non decideranno che qualcosa potrà essere ripreso nella totale sicurezza delle persone e dei contagi che, ad oggi, ancora non lasciano sperare per date così ravvicinate e certe. Il tutto per evitare assembramenti e quindi la possibilità di un diffondersi più facile di questo, ancora sconosciuto ai nostri anticorpi, Coronavirus.
Così l’economia è ferma, si parla di trilioni di dollari per aiutare gli Stati del mondo a reggere l’urto di quest’onda silenziosa, tra sostegno alle aziende e aiuti alle famiglie…


E quante altre ondate, più o meno nascoste dai governi ci dobbiamo aspettare?
A vedere quelle passate, di cui si vedono ancora le tracce, nella continua burocrazia italiana dei bonus e detrazioni, “sembra” che i sistemi non abbiano poi fermato il mondo per ovviare a segnali, allerta, patologie che (purtroppo) continuano a sommarsi…
Da quelle economiche a quelle congenite, nascoste, a quelle (forse) evitabili(?). Il colesterolo è sempre lì, il diabete forse è di pari dimensioni e sommarli negli anni, nel silenzio di quest’ultimo attacco non può che aumentare il rischio di non riuscire a superare il “picco”, quel fronte compatto che avanza e che ancora non scende in questa interminabile “fase 1”.
Vedere quelle persone travolte sul reef in Thailandia, travolte dalla loro distrazione, inconsapevolezza trasformata in un ritardo fatale, ancora mi fa domandare se mi sarei accorto di segnali che la natura anticipa, “forse” prima della nostra stessa, sempre più bulimica cultura(?)…
Tracceranno con una App anche gli acquisti e i “menù” di chi soffre già di altre patologie? Una domanda provocatoria dopo l’ipotesi di voler istituire una App di Stato per tracciare i contagiati del Covid-19.
Questo per dire che siamo nel pieno di questa prima onda su scala mondiale, nazionale dopo che la Cina ha tardato le notizie, forse i reali dati di un’epidemia iniziale, ormai pandemia globale che, forse, potevamo contenere maggiormente, sin dal primo centro di contagio a Wuhan…
E su quest’ordine di scala, davanti ad una moltitudine di comunicati nazionali (di esperti, di proclami etc.) trasmessi, come si fa a capire segnali così distanti dal reef di ognuno, le più distanti e diverse località se non lo fanno nemmeno le organizzazioni mondiali come l’OMS, i singoli Stati sempre più arcaici e strutturati dove tutti, ormai, sembrano solo “impiegati” di sistemi sempre più complessi dove un’introvabile mascherina, dalla breve durata di utilizzo, vale anche più di un set di 3 pinne?
E se a questa, già grave e contagiosa pandemia si sommassero altre onde, apparentemente lontane, visibili o meno, digitali o meno, di un pianeta sempre più collegato e ancora sconosciuto nelle sue lancette del tempo, quanta burocrazia stiamo ancora creando distanziando i cittadini dalle dovute salvaguardie, rive economiche per tutti?

Per questo quel minimo reddito garantito a tutti (spendibile mensilmente per i generi alimentari), dovrebbe essere agganciato quanto prima ad una carta d’identità digitale, con codice fiscale, patente e passaporto già integrato, per una migliore funzionalità di sistema, di una nuova civiltà che avanza verso un futuro di sempre più incognite e cambiamenti, anche provenienti da un orologio terrestre più ampio del nostro…
Non possiamo certo continuamente evolvere e salvarci con un iPhone nuovo l’anno o mascherine fatte in casa!!!
E solo uno Stato arcaico non ne vedrebbe l’occasione per ridisegnare e snellire le sue troppe e faraginose architetture burocratiche, i suoi, spesso superflui doppi posti di lavoro, lasciandone poi sguarniti altri (Sanità), per una nuova e più salvaguardata modernità.
Vedere ora i ritardi nel lockdown della Spagna, della Francia, dell’Inghilterra, degli Stati Uniti, degli altri dopo il nostro sacrificio, i nostri immancabili errori, ci dovrebbe anche far riflettere che, l’unica Nazione umana non ha bandiere e dovrebbe generare quell’unica cartina geografica dove meridiani e paralleli determinano ancora le nostre esposizioni solari, le diverse maree, più di un giornalismo, una comicità, una satira locale che ci allontana dalle prossime(?), future “onde”(?) del mondo…
E se vogliamo più multiculturalità, “c’è più libertà dove ci sono regole certe, uguali per tutti”… (cit.)
E in acqua, chi ama veramente il surf, le tacite regole della precedenza vengono automaticamente rispettate. Un istinto naturale di reciproco rispetto nella consapevolezza di doni temporanei che si condividono nell’orologio più ampio del tempo di questo pianeta più che milionario nei suoi anni…
Abbiamo bloccato il mondo ai nostri ultimi valori(?), orari e “schiavitù” aprendo ad un disastro senza precedenti, dai tanti cambiamenti che ci separano da un lontano passato, meno evoluto di certo di questo presente “distratto”(?).
E non posso non richiamare alla Chiesa anche un suo cambiamento, per l’elevato numero di decessi, fosse comuni viste a New York, senza nemmeno l’ultimo saluto dei più cari…
In ricordo di questo periodo, si potrebbero fermare i funerali pubblici fino alla soglia del 25° anno di età (1/4 di secolo) come a ricordare e rafforzare maggiormente il valore mancato di una vita tolta al futuro, al contributo in una nuova e forse migliore modernità d’integrazione sociale, lasciando per tutti gli altri solo quella più intima, familiare…

Anche le mie volontà sono per le ceneri, per non lasciare ulteriori vincoli territoriali e familiari.
E basterà un respiro pieno di vita all’alba o al tramonto, per il ricordo di chi vorrà, in quel luogo del cuore, dove l’orizzonte definisce ancora il nosro tempo…
Ma questo è di me, della mia generazione, Rider KSM…
E, togliendo quella fitta al petto, quell’amor di patria che vorresti migliore, mi devo solo ricordare di non sommare troppe altre patologie ai segni, sempre più evidenti di un tempo che passa, ora con meno salsedine e dolcezze, ma sempre con 3 pinne di scorta, per questo o in un futuro Oceano nell’aldilà.
Tieni fede, sempre forte la remata…
Enjoy your life
Keep Surfing
Carlo Azzarone
@Surfer_KSM
Special Thanks:
WSL per la gentile concessione e utilizzo delle foto del Big Wave Tour 2019
Bansky Art